Linea dura contro Alfonso Papa
ROMA
Basta con le strumentalizzazioni che si stanno facendo sull'inchiesta P4 perchè è «inaccettabil» sostenere che un intervento sulla disciplina delle intercettazioni sia «la priorità». Ed è «singolare» che di quanto sta emergendo dell'inchiesta dei pm napoletani «ci si preoccupi della pagliuzza anziché guardare la trave», perché «i fatti che stanno emergendo sono gravi». L'Associazione Nazionale Magistrati, che ha riunito il proprio parlamentino interno per avviare le procedure di espulsione del parlamentare Pdl Alfonso Papa per cui sono stati richiesti gli arresti nell'inchiesta sulla cosidetta P4, ha messo in guardia da ogni intervento che possa limitare il ricorso alle intercettazioni nelle inchieste giudiziarie.
La «valutazione e rilevanza» delle intercettazioni, ha detto il presidente dell'Anm Luca Palamara rispondendo indirettamente al Guardasigilli Angelino Alfano «deve essere stabilita da un giudice e non dalla politica o da un ministro». Quanto al coinvolgimento di Papa e, più in generale, di magistrati nell'inchiesta, Palamara ha confermato la linea dura del sindacato delle toghe. «Ci sono fatti - ha detto - che ci riguardano da vicino che ci troviamo costretti ad affrontare ancora una volta, a distanza di un anno. Fatti e comportamenti di fronte ai quali non si possono mostrare indugi e tentennamenti, vanno affrontati senza sé e senza ma. Occorre una posizione netta perché la credibilità della magistratura passa attraverso la credibilità dei comportamenti di tutti i magistrati». Ai probiviri è stato dato mandato «in tempi brevi» di verificare, «la compatibilità con l'appartenenza all'Anm viste le condotte a carico dell'onorevole Papa».
La replica del Pdl all'Anm è stata immediata. «Le intercettazioni - ha affermato Maurizio Paniz, membro della consulta giustizia del Pdl e capogruppo in giunta per le autorizzazioni a procedere-sono un indispensabile strumento investigativo ma aver consentito la diffusione del loro contenuto, vieppiù se totalmente privo di rilevanza penale, è indegno di un paese civile e merita una ricerca, senza se e senza ma, dei colpevoli di tale esecrabile comportamento, quale sia il loro livello istituzionale: su questa strada sarebbe bene si mettessero anche Palamara e Cascini». «Le intercettazioni - ha sottolineato il presidente del Senato Renato Schifani- sono uno strumento strategico per la giustizia ma questo caso - riapre un problema: occorre disciplinare il sistema delle intercettazioni, pur ponendo massima attenzione alle limitazioni». Personalmente, poi, Schifani ha voluto sottolineare di «non avere mai conosciuto personalmente Bisignani» e di «essere venuto a conoscenza dell'inchiesta dalla stampa». Mentre l'ad di Ferrovvie dello Stato Mario Moretti, alla luce della pubblicazione di alcuni verbali di interrogatorio di Bisignani che lo vedono coinvolto, ha precisato con una nota diffusa dal gruppo Fs di «non avere mai chiesto alcun favore né a Luigi Bisignani né ad altri per la nomina» al vertice dell'ente.
Basta con le strumentalizzazioni che si stanno facendo sull'inchiesta P4 perchè è «inaccettabil» sostenere che un intervento sulla disciplina delle intercettazioni sia «la priorità». Ed è «singolare» che di quanto sta emergendo dell'inchiesta dei pm napoletani «ci si preoccupi della pagliuzza anziché guardare la trave», perché «i fatti che stanno emergendo sono gravi». L'Associazione Nazionale Magistrati, che ha riunito il proprio parlamentino interno per avviare le procedure di espulsione del parlamentare Pdl Alfonso Papa per cui sono stati richiesti gli arresti nell'inchiesta sulla cosidetta P4, ha messo in guardia da ogni intervento che possa limitare il ricorso alle intercettazioni nelle inchieste giudiziarie.
La «valutazione e rilevanza» delle intercettazioni, ha detto il presidente dell'Anm Luca Palamara rispondendo indirettamente al Guardasigilli Angelino Alfano «deve essere stabilita da un giudice e non dalla politica o da un ministro». Quanto al coinvolgimento di Papa e, più in generale, di magistrati nell'inchiesta, Palamara ha confermato la linea dura del sindacato delle toghe. «Ci sono fatti - ha detto - che ci riguardano da vicino che ci troviamo costretti ad affrontare ancora una volta, a distanza di un anno. Fatti e comportamenti di fronte ai quali non si possono mostrare indugi e tentennamenti, vanno affrontati senza sé e senza ma. Occorre una posizione netta perché la credibilità della magistratura passa attraverso la credibilità dei comportamenti di tutti i magistrati». Ai probiviri è stato dato mandato «in tempi brevi» di verificare, «la compatibilità con l'appartenenza all'Anm viste le condotte a carico dell'onorevole Papa».
La replica del Pdl all'Anm è stata immediata. «Le intercettazioni - ha affermato Maurizio Paniz, membro della consulta giustizia del Pdl e capogruppo in giunta per le autorizzazioni a procedere-sono un indispensabile strumento investigativo ma aver consentito la diffusione del loro contenuto, vieppiù se totalmente privo di rilevanza penale, è indegno di un paese civile e merita una ricerca, senza se e senza ma, dei colpevoli di tale esecrabile comportamento, quale sia il loro livello istituzionale: su questa strada sarebbe bene si mettessero anche Palamara e Cascini». «Le intercettazioni - ha sottolineato il presidente del Senato Renato Schifani- sono uno strumento strategico per la giustizia ma questo caso - riapre un problema: occorre disciplinare il sistema delle intercettazioni, pur ponendo massima attenzione alle limitazioni». Personalmente, poi, Schifani ha voluto sottolineare di «non avere mai conosciuto personalmente Bisignani» e di «essere venuto a conoscenza dell'inchiesta dalla stampa». Mentre l'ad di Ferrovvie dello Stato Mario Moretti, alla luce della pubblicazione di alcuni verbali di interrogatorio di Bisignani che lo vedono coinvolto, ha precisato con una nota diffusa dal gruppo Fs di «non avere mai chiesto alcun favore né a Luigi Bisignani né ad altri per la nomina» al vertice dell'ente.
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