mercoledì 29 giugno 2011

RUBY-MINETTI, BACI SAFFICI PER COMPIACERE IL PREMIER

Risolto il giallo della parola 'bordello', pronunciata dal procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno, spunta un altro particolare piccante nell'intervento del magistrato in aula al Tribunale di Milano per chiedere il rinvio a giudizio di Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. Oggi sono state depositate alle parti le trascrizioni dell'udienza di lunedì scorso, davanti al gup Maria Grazia Domanico.

Il particolare piccante riguarda un presunto bacio saffico dato da Ruby, alias Karima El Mahroug, a Nicole Minetti, consigliere regionale e imputata nel processo per induzione alla prostituzione. Ruby, ha detto in aula Forno, avrebbe raccontato «di essere stata coinvolta in un bacio saffico con la Minetti, aperta parentesi, e sappiamo da tutta una serie di fonti assolutamente indipendenti che il fruitore finale aveva interesse per questo tipo di condotte, quindi non è una invenzione della ragazza». In altre parole, la Minetti e Ruby si sarebbero baciate, forse più di una volta, per "far piacere" a Berlusconi. In precedenza il pm Antonio Sangermano, nel suo intervento, aveva parlato di «serate organizzate presso le residenze del Presidente del Consiglio Onorevole Silvio Berlusconi, quale fruitore finale in questa ipotesi accusatoria».

Forno, sui quali ci furono grosse critiche per l'uso della parola "bordello" inteso come "sistema per compiacere Silvio Berlusconi", ha voluto specificare di aver utilizzato il termine in un contesto più ampio, per spiegare gli elementi della struttura organizzativa (composta, secondo l'accusa, proprio da Mora, Fede e Minetti). Nel caso Ruby, affermava lunedì il magistrato, «abbiamo proprio tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l'arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l'amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti, colui che si occupa della location». Lo stesso Forno lunedì scorso in serata aveva precisato: «Non ho mai detto che Arcore era un bordello. Il termine bordello è stato utilizzato come riferimento storico alla divisione dei compiti previsto dalla legge Merlin».

Nelle trascrizioni dell'udienza si può leggere: «E qui abbiamo proprio tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l'arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l'amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti, colui che si occupa della location, oggi si direbbe, della loro collocazione adeguata, che poi è anche una forma di retribuzione». Quindi, ha proseguito Forno, «un sistema strutturale e strutturato che spiega le imputazioni che sono state elevate agli indagati. E, come dicevo, queste imputazioni - si legge ancora - riguardano sia l'ipotesi di cui alla legge Merlin, sia al 600bis, nella misura in cui riteniamo ampiamente provato che la minore El Mahroug Karima è stata coinvolta in atti sessuali». Poco prima il procuratore Forno aveva spiegato che Nicole Minetti aveva, nell'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione per i presunti festini a luci rosse ad Arcore, «un ruolo di tipo organizzativo», mentre Lele Mora era il «selezionatore» e Emilio Fede il «fidelizzatore».

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