domenica 26 giugno 2011

Nozze di governo per la Carfagna


ROMA
Un matrimonio blindato quello di Mara Carfagna, con stuoli di agenti a proteggere la privacy degli sposi ma soprattutto del testimone eccellente, Silvio Berlusconi, arrivato al castello di Torreimpietra cinque minuti prima delle sei, in tempo perfetto, abito blu scuro e cravatta in tinta. Mara non si può fare attendere. E si è capito subito che questa sarebbe stata l’occasione per serrare le fila, per chiedere ai suoi «coesione e unità» nonostante le intercettazioni che dividono: «Questo è il momento di stare uniti».

Poco prima del premier l’arrivo delle altre auto blu con a bordo ministri, politici e varia umanità di potere. Maurizio Sacconi, Maria Stella Gelmini, in un lungo abito rosso porpora, Giorgia Meloni in un tubino azzurro, Stefania Prestigiacomo, Renato Brunetta con la compagna, Gianni Letta, Raffaele Fitto. Ci sono anche i governatori di Lazio e Campania, Renata Polverini e Stefano Caldoro. Cesare Geronzi. I parlamentari Antonio Martino, Melania Rizzoli, Paola Pelino, Michaela Biancofiore e Guido Crosetto. Paola Pelino (suoi i confetti per la cerimonia) e, unico non del Pdl, il deputato di Fli, Alessandro Ruben, amico di famiglia.

Lo sposo attende fuori della piccola chiesetta del Fuga, sul prato all’inglese con accanto parenti e amici, i testimoni Gianluca Pizzulli e Giuseppe De Mita, figlio del leader Dc Ciriaco, che scherzano e alleviano l’ansia. Giuseppe ha il compito di pronunciare il discorso agli sposi durante la messa.

Un tripudio di rose bianche addobbano la cappella e l’esterno. Il fratello della sposa, Gianrocco, ex pallanuotista e chirurgo plastico, anche lui testimone, non ha mai mollato un attimo la sorella in questi giorni di nervosismo causa matrimonio e intercettazioni. Solo qualche minuto di ritardo per la sposa che incede per la breve navata accompagnata dal padre Salvatore, emozionatissimo, in un abito bianco molto classico in mikado di seta candida e un piccolo strascico di un metro e mezzo, con un scollo sulle spalle e un lungo velo (tre metri) di tulle in seta con i bordi di pizzo di Bruges fatto arrivare apposta dal Belgio. Mara stringe il bouquet di roselline bianche, sorride, incede verso Marco che sembra teso, con un sorriso tirato. Ai lati dell’altare anche i testimoni con Berlusconi che sorride e fa segni di assenso alla sposa. Alle 18,38 inizia la cerimonia celebrata da padre Alfonso Santoriello, padre spirituale del ministro, salernitano anche lui. Con il sacerdote anche il vescovo Benedetto Tuzia.

E dopo 45 minuti Mara e Marco pronunciano il «Si». L’happy end di una storia d’amore che ha dovuto superare molti scossoni a iniziare dalla storia tra Mara e e Italo Bocchino rivelata dalla moglie del politico, Graziella Buontempo che su Vanity Fair si è voluta togliere più di qualche sassolino dalla scarpa. E certo le intercettazioni «Bisignani» con la telefonata in cui si dice che lei avrebbe voluto diventare la nuova signora Berlusconi non sono state un gradito regalo di nozze.

Ma alle 19,20 di ieri Mara ha scritto una nuova pagina e secondo qualche invitato eccellente potrebbe significare un ritorno dalla vita politica per fare solo la mamma e la moglie. Possibile? Forse. Ma oggi è il giorno della festa e si sorride anche se tra gli invitati aleggia un certo imbarazzo. Berlusconi la butta sul ridere, fa battute e non perde occasione per ricordare che lui «è poco intelligente», come detto a Bisignani da Stefania Prestigiacomo. Berlusconi è al tavolo con gli sposi. Parla di calcio con Lotito e a Marco Mezzaroma dice: «Sei un uomo fortunato». Poco più in là il tavolo dei Caltagirone con Luisa Todini. La musica fa da sottofondo a queste nozze di potere e di governo».

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