Il mondo omosessuale sogna
la svolta. Luxuria: «Ma noi
siamo un Paese molto arretrato»
ROMA
Se New York vive un momento storico dopo l’approvazione da parte del Senato dello Stato della legge che riconosce il diritto al matrimonio omosessuale, in Italia non si riesce ancora a trovare la strada giusta per regolamentare le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali. L'impasse che vive il nostro Paese non ha impedito alla comunità omosessuale italiana di esultare.
Il responsabile diritti civili dell’Italia dei Valori, Franco Grillini, storico leader del movimento gay, auspica una "rivoluzione" per l'Italia: «Negli Usa è cambiato radicalmente il comune sentire verso i matrimoni gay. Anche in Europa sono la maggioranza i Paesi che riconoscono i diritti delle coppie omosessuali. In Italia, invece, soltanto alcune insufficienti misure di origine giurisprudenziale tutelano i conviventi. Anche nel nostro Paese la maggioranza dell’opinione pubblica è favorevole a riconoscere i diritti delle coppie conviventi e la proposta di legge sul Pacs dovrebbe finalmente iniziare l’iter in Parlamento».
«Guardiamo agli Usa, non a Teheran»Caustica la stoccata di Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay: «L’Italia decida di guardare a New York e smetta di guardare a Teheran. Il matrimonio omosessuale non può avere nulla a che vedere con veti ideologici o religiosi, ma rappresenta il punto di superamento di un’autentica apartheid che colpisce gli omosessuali».
Statue della libertà ai politivi
Infine, il Gay Center lancia una nuova iniziativa: invierà ai leader politici, al presidente del Consiglio Berlusconi e ai ministri una simbolica Statua della Libertà e, «anche se non è ministro, ma sottosegretario, la Statua della Libertà la inviamo anche a Carlo Giovanardi, da cui vorremmo sapere se ora escluderà New York dai suoi viaggi o dal confronto sulle politiche per la famiglia, magari privilegiando altri paesi dove vigono leggi ultra fondamentaliste».
«L'Italia è un Paese arretrato»
Poco fiducioso il commento di Vladimir Luxuria, a Napoli per il Campania Pride: «Quella è New York, purtroppo qui siamo in un’Italia molto arretrata. Questa è l’unica nazione in Europa - ha affermato - che ancora non ci degna di considerarci cittadini a tutti gli effetti. I matrimoni gay ci sono in tante parti del mondo, in Argentina, Portogallo, Belgio - ha aggiunto - più passa il tempo più aumentano e succede anche che quelli sono contrari ai matrimoni gay si rendono conto che è giusto estendere i diritti agli altri».
Se New York vive un momento storico dopo l’approvazione da parte del Senato dello Stato della legge che riconosce il diritto al matrimonio omosessuale, in Italia non si riesce ancora a trovare la strada giusta per regolamentare le coppie di fatto, eterosessuali e omosessuali. L'impasse che vive il nostro Paese non ha impedito alla comunità omosessuale italiana di esultare.
Il responsabile diritti civili dell’Italia dei Valori, Franco Grillini, storico leader del movimento gay, auspica una "rivoluzione" per l'Italia: «Negli Usa è cambiato radicalmente il comune sentire verso i matrimoni gay. Anche in Europa sono la maggioranza i Paesi che riconoscono i diritti delle coppie omosessuali. In Italia, invece, soltanto alcune insufficienti misure di origine giurisprudenziale tutelano i conviventi. Anche nel nostro Paese la maggioranza dell’opinione pubblica è favorevole a riconoscere i diritti delle coppie conviventi e la proposta di legge sul Pacs dovrebbe finalmente iniziare l’iter in Parlamento».
«Guardiamo agli Usa, non a Teheran»Caustica la stoccata di Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay: «L’Italia decida di guardare a New York e smetta di guardare a Teheran. Il matrimonio omosessuale non può avere nulla a che vedere con veti ideologici o religiosi, ma rappresenta il punto di superamento di un’autentica apartheid che colpisce gli omosessuali».
Statue della libertà ai politivi
Infine, il Gay Center lancia una nuova iniziativa: invierà ai leader politici, al presidente del Consiglio Berlusconi e ai ministri una simbolica Statua della Libertà e, «anche se non è ministro, ma sottosegretario, la Statua della Libertà la inviamo anche a Carlo Giovanardi, da cui vorremmo sapere se ora escluderà New York dai suoi viaggi o dal confronto sulle politiche per la famiglia, magari privilegiando altri paesi dove vigono leggi ultra fondamentaliste».
«L'Italia è un Paese arretrato»
Poco fiducioso il commento di Vladimir Luxuria, a Napoli per il Campania Pride: «Quella è New York, purtroppo qui siamo in un’Italia molto arretrata. Questa è l’unica nazione in Europa - ha affermato - che ancora non ci degna di considerarci cittadini a tutti gli effetti. I matrimoni gay ci sono in tante parti del mondo, in Argentina, Portogallo, Belgio - ha aggiunto - più passa il tempo più aumentano e succede anche che quelli sono contrari ai matrimoni gay si rendono conto che è giusto estendere i diritti agli altri».
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