Tremonti prevede lo stop della rivalutazione per quelle superiori a 1.400 euro.
Il Pd insorge contro il taglio delle pensioni che superano i 1.400 euro al mese, previsto da una delle bozze della manovra Tremonti.
La misura dovrebbe coinvolgere oltre 13 milioni di cittadini.
Il decreto sui conti pubblici prevede la mancata rivalutazione in base all'inflazione per il biennio 2012-2013 delle pensioni superiori a cinque volte il minimo, cioè superiori a 2.300 euro al mese (il minimo della pensione Inps 2011 è di 476 euro al mese), mentre quelle più basse, comprese tra 1.428 e 2.380 euro mensili, saranno rivalutate per tenere conto dell'inflazione, ma solo nella misura del 45%.
A questo si dovrebbe aggiungere l'allungamento dell'età minima di pensione che dal 2014 salirà di almeno tre mesi con l'anticipo dell'agganciamento automatico delle speranze di vita.
La notizia è stata lanciata stamattina in prima pagina dal Corriere della sera e non è stata ancora smentita dal ministero dell'Economia.
Damiano (Pd): "Stretta inaccettabile"
L'ex ministro del Lavoro e deputato del Pd Cesare Damiano, sostiene che "è inaccettabile una ulteriore stretta sulle pensioni".
Nella manovra , fa notare Damiano, "c'è un intervento pesante che colpisce non le pensioni ricche ma quelle medie, una misura che conferma il carattere di ingiustizia sociale di questo provvedimento".
Nino Lo Presti, capogruppo del Fli in commissione Bilancio alla Camera sottolinea che la stretta è "una misura che andrà a gravare sulle piccole pensioni e che creerà ancora più disagio nelle fasce più deboli".
Il vicepresidente dei deputati dell'Udc, Gian Luca Galletti dice che "si colpiscono i soliti noti. O si mette mano alle riforme vere o continueremo ad andare contro le fasce più deboli. Basti pensare che dopo tante promesse non c'è in questo provvedimento nulla per la famiglia".
Secondo l'Idv, "la manovra è una truffa, scarica il peso sul prossimo governo, non contiene misure strutturali, non rilancia l'economia ed offende pure i cittadini. Taglia sanità e scuola ma non i costi della politica. Un'offesa, una beffa ai danni dei cittadini da parte di una casta sempre più arrogante".
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